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Meissonier, Ernest.

Pittore, disegnatore e incisore francese. Allievo di L. Cogniet, esordì come illustratore di libri (Paolo e Virginia, La capanna indiana), disegnando per gli editori Curmer, Hetzel, Dubochet vignette di gusto romantico che testimoniano la sua vena facile e quelle doti di minuzioso realismo e di precisione quasi ossessiva nella resa dei particolari che caratterizzano anche la sua produzione pittorica successiva, costituendone uno dei limiti più vistosi. Si volse poi alla pittura di genere, di intonazione fiamminga, fedele nella ricostruzione del costume, ispirata ai piccoli maestri olandesi del XVII sec.; dal 1834 espose regolarmente i suoi quadri al Salon parigino, ottenendo vasta fama e affermandosi cone uno dei pittori più graditi alla società parigina (Borghesi fiamminghi, 1834; Giocatori di scacchi, 1856; Lettore, 1857). Infine si diede alla pittura di storia, divenendo l'illustratore dell'epopea napoleonica, ma anche in questi quadri ricadde nel gusto dell'aneddotico, per la meticolosità della descrizione e il feticismo del particolare. Dal 1859 fu al seguito di Napoleone III, come pittore degli eventi bellici e politici, e per lui dipinse con gusto romantico numerosi quadri storici di intonazione retorica (La campagna di Francia del 1814, Napoleone III alla battaglia di Solferino il 24 giugno 1959, 1863) Anche i suoi quadri sull'epopea di Napoleone I (La ritirata di Russia, 1814) avevano goduto di grande notorietà. Descrittivo, retorico, minuzioso nei particolari, interprete del gusto borghese del suo tempo, fu il più tipico rappresentante della pittura ufficiale del Secondo Impero. Oggi il suo stile è considerato eccessivamente accademico. Tra le altre sue opere: l'Assedio di Parigi (1870), Antibes, passeggiata a cavallo dell'artista con il figlio (1868), Il sonatore di contrabbasso (1842), Il grande fumatore (1842) (Lione 1815 - Parigi 1891).